È la scena dell’inverno che torna puntuale come la brina sui parabrezza. I minuti scorrono, il naso punge, e in quel nervosismo frettoloso si commette l’unico errore che manda in fumo il tentativo, e a volte molto di più.
La prima volta l’ho visto all’alba, parcheggio di un supermercato, vapori bianchi che escono dai cappotti quanto dagli scarichi. Un signore tremante, cappello di lana, srotola cavi consumati come una corda da bucato. Senti il crepitio del ghiaccio quando apri la portiera. Lui cerca aiuto, un altro automobilista si avvicina con la sua utilitaria, cofano aperto, motore al minimo. Qualcuno sussurra “rosso su rosso, nero su nero” come una filastrocca, e in quel mantra manchevole c’è la trappola. Un piccolo gesto, pressato dal freddo, fa la differenza tra il motore che prende e la scintilla dove non dovrebbe. Una scintilla nel posto sbagliato.
Quando il freddo azzera la batteria: cosa succede davvero
La scena è onesta: batteria giovane o vecchia, il gelo non fa sconti. A zero gradi una batteria può perdere una fetta di capacità, e a -10 °C la corrente di spunto richiesta dal motorino d’avviamento sale come la colonnina del conto al bar. L’olio è più denso, i metalli si ritraggono, tutto chiede più energia. La sensazione è quella di una macchina che non “vuole” partire. Non è cattivo umore: è chimica.
Ci siamo passati tutti: si gira la chiave, le spie si accendono come un albero di Natale e poi, solo un “tac”. A Trento, una mattina a -7 °C, ho visto un ragazzo provare tre volte con i cavi da supermercato, quelli sottili come spaghetti, senza esito. Le statistiche dicono che intorno a -18 °C una batteria al piombo può scendere intorno al 50% della capacità, mentre il motore chiede il doppio della corrente per girare. È matematica spiccia: domanda su, offerta giù.
Dentro la batteria il freddo rallenta le reazioni elettrochimiche. L’energia c’è, ma si muove lenta. Il motorino d’avviamento allora “mangia” più ampere, il voltaggio crolla, e l’elettronica si confonde. Qui entra in gioco la partenza con i cavi, che è un ponte temporaneo tra due mondi: chi ha corrente e chi non ne ha. Sembra semplice, ma non lo è. E l’ordine dei morsetti non è un dettaglio da manuale, è ciò che ti salva dal guaio.
L’errore con i cavi che ti costa caro
Ecco il gesto giusto, passo dopo passo. Auto donatrice spenta, luci e climatizzazione di entrambe off. Morsetto rosso sul polo positivo (+) della batteria scarica. L’altro rosso sul positivo della batteria carica. Morsetto nero sul polo negativo (-) della batteria carica. E infine il morsetto nero che resta va su un punto di massa della carrozzeria dell’auto scarica, non verniciato, lontano dalla batteria: una staffa, un bullone sul blocco motore, un punto solido. Accendi l’auto donatrice, aspetta un minuto, poi prova l’avviamento della scarica. Togli i cavi al contrario dell’ordine con cui li hai messi.
Il grande errore? Mettere il morsetto nero sul negativo della batteria scarica. È l’abitudine più diffusa, la scorciatoia che sembra logica. Quel contatto, vicino ai vapori d’idrogeno rilasciati dalla batteria, può creare scintille proprio dove non devono nascere. Succede raramente, ma quando succede fa male: fusibili saltati, centraline stressate, nei casi peggiori una piccola fiammata. **Non collegare mai il morsetto nero al polo negativo della batteria scarica.** Diciamolo chiaro: nessuno legge davvero il manuale ogni giorno.
Mettici anche i cavi sottili, che in inverno sono come elastici tirati al massimo. Il rame povero offre resistenza, si scalda, dissipa energia. **Usa un punto di massa lontano dalla batteria.** Così eviti la scintilla dove l’idrogeno si accumula e dai anche un percorso migliore alla corrente verso il motorino di avviamento. Se il motore non parte subito, aspetta un minuto con l’auto donatrice al minimo medio, poi riprova. Niente accelerate furiose: servono più rischio che beneficio. **Se la batteria è gelata, niente avviamento coi cavi.**
“Mettere il nero a massa sulla scocca è una regola di sicurezza, non un vezzo da meccanici”, mi ha detto un elettrauto di quartiere con le mani nere e gli occhi gentili.
Il negativo della batteria scarica va evitato: la scintilla, lì, è un invito ai guai.
- Controlla che i morsetti tocchino metallo nudo, non vernice o sporco.
- Usa cavi da almeno 25 mm² per motori benzina, 35 mm² per diesel medi.
- Attendi 60–120 secondi prima di tentare l’avviamento.
- Se senti odore acre o vedi fumo, stop: scollega e fai respirare il vano motore.
Dopo l’avviamento: cosa fare per non ritrovarti punto e a capo
Quando il motore prende, il primo sospiro è di sollievo. Non è finita. Lascia girare per una ventina di minuti, senza carichi inutili, per dare una ricarica minima alla batteria. Se il mezzo è moderno con start&stop, disattivalo per quel tragitto: riduci il numero di riavviamenti. Valuta un test di salute della batteria appena puoi: in inverno una batteria stanca diventa imprevedibile. Un booster al litio in bagagliaio è come un ombrello pieghevole: piccolo, salva giornate.
Se l’auto fa fatica anche a caldo, c’è altro. Morsetti ossidati, cavo di massa vecchio, alternatore svogliato. Un controllo ai capi batteria con carta vetrata fina e grasso conduttivo migliora la vita. E se hai una AGM o una EFB, usa caricabatterie adatti: le prime hanno bisogno di profili dedicati, le seconde digeriscono meglio ricariche lente. Il freddo punisce chi rimanda, ma premia chi previene. È una regola semplice.
La sicurezza tiene banco anche dopo. Non fumare vicino al cofano, non toccare i cavi a motore acceso, non lasciare il rosso e il nero che penzolano. Se sei in pendenza, freno a mano deciso e ruote girate verso il marciapiede. L’inverno esige calma e gesti netti. Le buone abitudini, qui, sono quelle che non fanno notizia. La fiducia, invece, torna al primo giro di chiave che suona pieno.
Una strada più lunga del gelo
Il freddo ci mette alla prova nel modo più banale: la mattina, con le chiavi in mano. Non servono superpoteri, bastano cavi seri, un ordine preciso, e il rispetto di quell’unico divieto: niente morsetto nero sul polo negativo della batteria scarica. L’effetto è immediato e, spesso, contagioso: un gesto corretto insegna qualcosa anche a chi guarda. La batteria ringrazia, l’elettronica pure, e tu riparti con la tranquillità di chi ha imparato una piccola regola che vale oro. La prossima volta che vedrai qualcuno esitare col gelo addosso, forse sarai tu a indicare quel bullone pulito sulla scocca. Piccoli eroi da parcheggio.
| Punto chiave | Dettaglio | Interesse per il lettore |
|---|---|---|
| Collegamento corretto dei cavi | Rosso su + scarica e + donatrice; nero su – donatrice e massa su auto scarica | Sicurezza e avviamento più rapido |
| Cavi adeguati | Sezione minima 25–35 mm², pinze robuste, rame vero | Evitare surriscaldamenti e tentativi a vuoto |
| Segnali di batteria gelata | Cassa rigonfia, crepe, rumore “vetroso”, voltaggio che crolla subito | Prevenire danni gravi e scoppiettii |
FAQ :
- Come capisco se la batteria è gelata?Vedi la cassa irrigidita o rigonfia, il voltaggio scende subito sotto i 10 V, e l’elettrolita può sembrare lattiginoso. In quel caso non usare i cavi: scalda lentamente in un ambiente chiuso e asciutto.
- Posso accelerare l’auto donatrice per aiutare?Un leggero aumento del regime a 1.500–2.000 giri può dare una mano, ma niente “sgasate”. Meglio aspettare 60–120 secondi prima di tentare la messa in moto.
- Perché il morsetto nero non va sul negativo della scarica?Lì si possono accumulare vapori d’idrogeno: la scintilla di chiusura circuito è vicina alla fonte. Collegandoti a massa sulla scocca sposti la scintilla lontano dalla batteria.
- I cavi economici funzionano?Funzionano male col freddo: sezione bassa, pinze scadenti, isolamento rigido. Investire in cavi spessi e flessibili riduce il numero di tentativi e i rischi.
- E con ibride o auto start&stop?Meglio seguire il manuale: spesso hanno poli ausiliari dedicati e batterie AGM/EFB. Evita collegamenti improvvisati direttamente sui poli se ci sono punti di avviamento indicati dal costruttore.









