Bere alcol per scaldarsi: Il mito pericoloso che aumenta il rischio ipotermia

Bere alcol per scaldarsi: Il mito pericoloso che aumenta il rischio ipotermia

Quando fa freddo, molti pensano che un bicchiere di grappa o di vino “riaccenda” il corpo. L’idea è rassicurante, quasi romantica. Eppure è un cortocircuito fisiologico: quel calore improvviso in realtà ti avvicina all’ipotermia.

Ridono, battono i piedi sul legno, ordinano al bancone: “Un giro di amari, ci scaldiamo un attimo”. I bicchierini brillano sotto la luce gialla, il primo sorso manda un’onda calda su collo e petto. Le spalle si rilassano, i brividi scendono. La stanza sembra più amica, fuori scende una neve fina che taglia il viso come carta.

Lo abbiamo vissuto tutti: quel momento in cui il gelo morde e il sorso promette conforto. Solo che il corpo la pensa diversamente. E non perdona gli errori.

La falsa carezza del bicchiere caldo

Il calore che senti dopo l’alcol è reale, ma è superficie. L’etanolo dilata i vasi sanguigni periferici, spinge il sangue verso la pelle, regala rossore e tepore. Dentro, però, il “forno” centrale perde gradi preziosi. Mente e corpo non vanno più al passo: ti senti più caldo di quanto tu sia davvero.

Sembra caldo, ma è un inganno. Il termostato naturale del corpo lavora per proteggere cuore e cervello mantenendo il calore al centro. L’alcol “apre le finestre” verso l’esterno. E l’aria fredda ringrazia.

Una guida di montagna racconta sempre la stessa scena. Gruppo affiatato, pausa breve, amaro al rifugio “per scaldarsi”, rientro lento sul sentiero. A metà discesa, uno comincia a inciampare, parla impastato, non sente più le dita. Sono segni iniziali di ipotermia: temperatura corporea sotto i 35 °C, brividi incontrollabili, goffaggine. Niente eroismo, solo corpi in freddo profondo.

Le statistiche dei soccorsi invernali lo ripetono in silenzio: l’alcol compare spesso nelle schede degli incidenti da freddo. Non è “colpa” del bicchiere in sé, è l’effetto combinato di vasodilatazione, percezione alterata e decisioni peggiorate. Il tempo peggiora in un attimo. E il freddo non fa sconti a nessuno.

La spiegazione è brutale e semplice. La pelle calda disperde calore più in fretta, soprattutto con vento e umidità. L’alcol rallenta i brividi, che sono la prima difesa termica. Inoltre altera il giudizio: ti spinge a togliere uno strato, a restare fuori un po’ di più, a sottovalutare il vento. Il risultato è matematico: più dispersione, meno produzione, crollo del “core”. L’alcol non scalda: accelera la perdita di calore.

È un paradosso che seduce perché piacevole nei primi minuti, esattamente quando servirebbe prudenza. Il corpo manda segnali chiari, la testa li legge al contrario. E l’ipotermia avanza in silenzio, senza clamore.

Cosa funziona davvero quando il freddo entra nelle ossa

Calore si crea e si conserva, con metodo. Strati tecnici asciutti vicino alla pelle, un mid-layer che intrappola aria calda, guscio antivento e antipioggia. Mani e testa coperte: lì si perde tantissimo. Bevande calde non alcoliche, meglio se leggermente zuccherate: aiutano la produzione di calore e l’umore. Muoviti in modo costante, senza sudare a fiotti. Micro-pause al riparo, pochi minuti, poi ripartire.

Diciamolo chiaro: la tentazione del grappino c’è. Soprattutto quando il naso gocciola e il fiato fa fumo. Ma il gesto amico è un thermos in tasca, non il bancone lucido. Errore comune: fermarsi troppo a lungo in un ambiente caldo e poi rientrare fuori sudati. Il sudore, a contatto con l’aria, ruba calore a una velocità feroce. Un piccolo cambio di maglia asciutta può valere quanto una stufa portatile.

Il calore si conserva, non si compra al bancone. Mangia snack salati e dolci a intervalli regolari: il metabolismo è la tua caldaia. Se compaiono brividi forti, confusione, difficoltà nel parlare o nel camminare dritto, fermati e cerca riparo. Non aspettare il “vediamo se passa”.

“L’alcol maschera il freddo. Quando arriviamo, molti ci dicono: ‘Mi sentivo bene fino a un minuto fa’. Il corpo no, non stava bene da un pezzo.” — Soccorritore alpino

  • Strati: pelle asciutta, isolamento, guscio antivento
  • Mani, testa, collo: priorità assolute
  • Bevande calde senza alcol, snack frequenti
  • Poche pause, mai sudati all’aperto
  • Segnali d’allarme: brividi, goffaggine, confusione

Un mito che resiste, una scelta che cambia le notti d’inverno

Il fascino del “bicchiere che scalda” viene da immagini potenti: rifugi, risate, guance accese. Nella memoria suona vero. Nella fisiologia, no. Il freddo chiede rispetto e piccoli riti: preparazione, ritmo, calorìe, ascolto del corpo. Sono gesti quasi invisibili che, alla fine, fanno la differenza tra una storia che racconti e una che preferisci non vivere.

Non si tratta di proibizioni. Si tratta di sincronizzarsi con il proprio termostato interno, di non zittirlo quando suona. Una tisana con miele, un brodo caldo, un passo regolare nel vento. Sono scelte meno cinematografiche, più efficaci. Il mito fa più danni del gelo. Quella finta carezza iniziale diventa taglio quando il sole scende e il corpo chiede verità. Condividerla è il modo più semplice per proteggere chi abbiamo accanto.

Punto chiave Dettaglio Interesse per il lettore
L’alcol “scalda” solo la pelle Vasodilatazione periferica e calore superficiale, ma perdita dal core Capire perché il brivido torna più forte di prima
Prevenzione pratica Strati, bevande calde non alcoliche, snack frequenti, pause brevi Checklist semplice da usare subito
Segnali d’allarme Brividi intensi, eloquio impastato, goffaggine, confusione Riconoscere l’ipotermia prima che sia tardi

FAQ :

  • Bere un bicchiere di vino aiuta davvero contro il freddo?No. Può dare calore immediato in superficie, ma aumenta la dispersione e favorisce l’ipotermia.
  • Perché mi sento caldo dopo uno shot?Per la vasodilatazione: più sangue in pelle, sensazione di tepore, crollo del calore centrale nel tempo.
  • Cosa bere al posto dell’alcol quando gela?Tè, infusi, brodi, cioccolata calda con poco zucchero, acqua tiepida con miele e un pizzico di sale.
  • Quanto tempo ci vuole per andare in ipotermia?Dipende da vento, umidità, indumenti e attività. Può volerci un’ora o meno se sei bagnato e fermo al freddo.
  • È più pericoloso con vento e pioggia?Sì. Il vento amplifica la dispersione e l’umidità ruba calore in modo rapidissimo, soprattutto con alcol in circolo.

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