Il barista mi passa il resto e, per un attimo, vedo il cerotto piegarsi sulla nocca come una toppa troppo piccola: dietro, una fessura sottile, viva, che tradisce quante volte quelle mani sono state bagnate, asciugate in fretta, infilate nel vento senza difesa. C’è chi spreme il tubetto di crema al semaforo, chi ne tiene uno in tasca, chi fa scorta in farmacia come si fa con il tè caldo. Poi torna a casa e sente pizzicare anche girando la chiave, perché il film della crema non regge la giornata: sparisce tra saponi, gel igienizzanti, maniglie fredde. **Il freddo non perdona, e le nocche si aprono come carta.**
La gente ti dice “metti più crema”, come fosse un volume da alzare. Funziona per mezz’ora. Poi ricominciano le crepe, il bruciore che sale quando lavi una mela, la minuscola goccia di sangue che rovina la camicia pulita. La svolta arriva mentre dormi.
Quando la pelle chiede una pausa
Le mani secche in inverno non sono solo secche: sono mani in difesa, con la barriera cutanea sfilacciata. Le crepe sono piccole porte aperte, e ogni lavaggio è uno spiffero nuovo. Ci siamo passati tutti, quel momento in cui guardi il palmo e pensi: non sono più le mie mani. Non è solo questione di estetica, è di funzionalità: afferrare una busta, allacciare un bottone, persino scrivere al telefono può dare fastidio.
Una cassiera del supermercato mi racconta che a gennaio vende più guanti di cotone che spugne: le persone arrivano con le dita tagliate, chiedono “quelli per dormire”. Un muratore di cantiere ha risolto le spaccature notturne in una settimana, dopo mesi di creme lampo tra una pausa e l’altra: strato generoso di pomata grassa e guanti bianchi fino al mattino. Nel mio quartiere, i farmacisti sussurrano che il vero trucco non è un marchio, è un gesto: creare una bolla protettiva finché il mondo non bussa.
La pelle ha un meccanismo semplice: trattiene l’acqua grazie a cellule compatte e lipidi come ceramidi e colesterolo. Quando questi mattoni si perdono, l’acqua scappa via e la superficie si screpola. La crema idrata, certo, ma vive di minuti se resta esposta a aria, sfregamenti, lavaggi. L’occlusione notturna cambia il gioco: aumenta l’assorbimento degli attivi e riduce la perdita d’acqua, così i lipidi hanno tempo di “rimettere i mattoni”. **La crema da sola evapora dalla vita quotidiana: serve occlusione, non magia.**
La mossa semplice: strato spesso + guanti di cotone
Il metodo è quasi banale, ed è proprio per questo che funziona. La sera, acqua tiepida e detergente delicato; asciuga tamponando, senza strofinare. Stendi una quantità generosa di pomata ricca (petrolatum, glicerina, ceramidi o urea 5–10% se tollerata), massaggia 30 secondi, poi infila guanti di cotone puliti e morbidi. Dormi. Al risveglio, le crepe sono meno tese, il rossore scende, il bruciore lascia spazio a un respiro.
Gli errori? Guanti sintetici o di lana al posto del cotone, che scaldano male e irritano; creme profumate piene di alcol, che pizzicano; lavaggi troppo frequenti con acqua bollente; gel igienizzanti a ripetizione senza contropiede idratante; niente guanti da piatti quando si usa un detersivo forte. Diciamolo chiaro: nessuno lo fa davvero ogni giorno. Ma anche quattro notti su sette cambiano l’inverno delle mani. **Dimenticare i guanti di cotone è l’errore più costoso in inverno.**
Se le ferite sono profonde, aggiungi un cerotto liquido sulle fessure prima della pomata: crea un ponte che riduce il dolore al contatto. Se c’è pus, calore marcato o striature rosse, consulta un medico: potrebbero esserci infezioni che richiedono cure mirate. Le mani raccontano il lavoro, l’età, l’attenzione che ci diamo: vale la pena ascoltarle.
“La notte è la migliore alleata della barriera cutanea: meno attriti, più tempo, più riparazione.”
- Scegli guanti 100% cotone, lavati senza ammorbidente.
- Preferisci pomate senza profumi e con petrolatum o ceramidi.
- Se brucia, riduci l’urea e riparti da formule più semplici.
- Di giorno, crema dopo ogni lavaggio: poche gocce, spesso.
Oltre la notte: piccoli cambi che salvano la pelle
La routine notturna è il piano A, ma il giorno può non vanificare lo sforzo. Tieni una crema tascabile nel giubbotto e una in cucina; usa guanti in nitrile o vinile per pulizie e stoviglie; asciuga bene gli spazi tra le dita; evita lana a contatto diretto, scegli sotto-guanti in cotone. A casa, un umidificatore accanto al termosifone ridà al’aria quel filo di umidità che la pelle mendica quando fuori taglia il vento. Se sospetti dermatite atopica o da contatto, o se le crepe non migliorano in 10–14 giorni, senti un dermatologo: potrebbe servire un ciclo breve di crema antinfiammatoria o test per allergie a nichel, profumi, conservanti. Mangiare bene non ripara da solo una barriera rotta, ma bere a sufficienza e non saltare grassi “buoni” aiuta il terreno su cui semini la cura. E chissà, magari quel gesto lento di infilare i guanti diventa un rito che calma anche la testa.
| Punto chiave | Dettaglio | Interesse per il lettore |
|---|---|---|
| Guanti di cotone notturni | Occlusione morbida che potenzia la crema e riduce la perdita d’acqua | Risultati visibili già dopo poche notti |
| Creme barriera ricche | Pomate con petrolatum, glicerina, ceramidi; urea 5–10% se tollerata | Riparazione della barriera e meno bruciore al mattino |
| Evitare i trigger | Detergenti aggressivi, acqua calda, gel alcolici senza idratazione | Meno ricadute e cicli infiniti di secchezza |
FAQ :
- Posso usare il lattice al posto del cotone di notte?Meglio di no: il lattice non lascia respirare e può irritare o dare allergie. Il cotone è morbido, assorbe l’eccesso di crema e mantiene il microclima giusto.
- Quale crema funziona davvero sulle crepe?Formule semplici e grasse: petrolatum alto, glicerina, ceramidi; urea 5–10% se non brucia. Evita profumi e alcoli. Le “pomate” battono i latti leggeri quando la pelle è rotta.
- In quanto tempo guariscono le fissurazioni?Nelle forme lievi, spesso si vede miglioramento in 3–7 notti con guanti di cotone. Se il dolore resta forte o compaiono segni di infezione, parlane con un dermatologo.
- Che fare se le mani sanguinano spesso?Pulisci delicatamente, applica un cerotto liquido sulle fessure, poi pomata ricca e guanti di cotone di notte. Se il sangue è abbondante o la ferita non si chiude, serve una valutazione medica.
- I bambini possono usare i guanti di cotone?Sì, con creme adatte all’età e tessuti morbidi, sempre con supervisione. Per dermatiti importanti, il pediatra o il dermatologo indicano la terapia giusta.









