Ghiaccio sul marciapiede condominiale. Se scivoli e ti fai male, chi paga davvero: il condominio, il Comune o… tu? La risposta non è istintiva e la Cassazione ha messo dei paletti precisi che cambiano più di un’idea comune.
Alba fredda, respiro corto, il rumore secco delle suole sul ghiaccio che scricchiola. Una signora tiene il cane, una borsa della spesa, un cappotto appena chiuso in fretta: un attimo dopo è a terra, sorpresa da quella patina traditrice sul marciapiede davanti al portone. Arriva il vicino, poi l’amministratore, poi qualcuno sussurra: “È colpa del condominio”. Il cane trema, lei anche. L’ambulanza taglia il silenzio. Tra dolore e rabbia, ecco la domanda che non molla mai la presa. Chi risponde di quella caduta?
Marciapiede pubblico o spazio condominiale? La linea tracciata dalla Cassazione
L’errore di partenza è confondere ciò che è “davanti al condominio” con ciò che è “del condominio”. I marciapiedi sono normalmente beni pubblici: li custodisce il Comune. La Cassazione, negli anni, ha chiarito che per i danni da caduta su ghiaccio in aree pubbliche risponde l’ente custode ex art. 2051 c.c., salvo il caso fortuito. Lì entra in gioco la prova: estensione dell’ondata di gelo, tempi di intervento ragionevoli, segnalazioni, piani neve. Se la lastra nasce da una causa privata — la grondaia rotta che gocciola dal balcone — cambia tutto. Il condominio può diventare responsabile perché quella porzione di rischio è “sua”.
Ci siamo passati tutti, quel momento in cui metti il piede dove non avresti dovuto e già ti vedi a terra. In tante sentenze, i giudici hanno distinto tra ghiaccio “generalizzato” dopo una nevicata e ghiaccio “localizzato” prodotto da incuria privata. Nel primo caso, il Comune può difendersi dimostrando l’eccezionalità dell’evento e l’impossibilità di intervenire ovunque e subito. Nel secondo, se il gocciolamento dal tetto del condominio ha creato una lastra proprio lì, la responsabilità ricade sul condominio come custode della cosa che ha generato il pericolo. **Il marciapiede pubblico non è del condominio.**
La Cassazione non chiede prove impossibili al cittadino che cade. Serve dimostrare il fatto (la caduta), il nesso con la lastra di ghiaccio e le lesioni subite. Poi tocca al custode — Comune o condominio — provare che c’era un “caso fortuito” o che il comportamento della vittima ha inciso. Art. 1227 c.c.: concorso di colpa. Tradotto: se il rischio era evidente, se c’erano segnali o se indossavi scarpe lisce su un lastrone lucido e ben visibile, il risarcimento può ridursi, anche parecchio. *La visibilità del pericolo conta quasi quanto il pericolo stesso.*
Cosa fare nell’immediato, come muoversi dopo, dove si gioca davvero la partita
Il tempo, qui, è più importante del ghiaccio. Scatta foto subito: lo stato del marciapiede, eventuali colature da grondaie, la posizione del portone, il punto esatto. Chiedi i contatti a chi ha visto, memorizza l’ora, conserva il referto del Pronto Soccorso. Se c’è il portiere, segna cosa ha detto; se interviene l’amministratore, fatti dare i dati della polizza RCT del condominio. Per il Comune, invia una PEC o una raccomandata con la richiesta danni e gli allegati. Il diritto di far causa si prescrive in cinque anni: non aspettare che la memoria evapori come il ghiaccio al sole.
Molti pensano che basti dire “sono caduto sul ghiaccio” e il resto arrivi da sé. La realtà è meno romantica. Servono dettagli: meteo del giorno, foto con data, due testimoni meglio di uno, eventuali segnalazioni pregresse al Comune o all’amministratore. Se il ghiaccio proveniva da una perdita del condominio, prova la fonte: una goccia che scende dalla grondaia in foto vale più di cento parole. Diciamoci la verità: nessuno lo fa davvero ogni giorno. **La prova conta più del racconto.**
La Cassazione usa una bussola semplice: ragionevolezza.
“Il custode risponde dei danni se la cosa è fonte autonoma di pericolo; ne esce solo se dimostra che l’evento è dipeso da un fattore imprevedibile e inevitabile, oppure che il comportamento della vittima è stato abnorme.”
In pratica, se il Comune ha sparso sale a macchia di leopardo dopo una gelata diffusa, potrebbe farcela, se dimostra un piano neve coerente e tempi realistici. Se il condominio sapeva di una grondaia che gocciola sul marciapiede e non l’ha riparata né ha segnalato il rischio, la strada verso il risarcimento è dritta. Ecco un promemoria rapido:
- Marciapiede pubblico: in linea generale risponde il Comune, salvo fortuito.
- Area condominiale interna: risponde il condominio come custode.
- Ghiaccio da causa condominiale su suolo pubblico: responsabilità del condominio.
- Pericolo evidente: possibile riduzione del risarcimento per concorso di colpa.
- Prove e tempi: foto, testimoni, referti, PEC; prescrizione cinque anni.
La zona grigia che ci riguarda tutti
Quando fuori gela, alle 7 del mattino nessuno ragiona come un giurista. Si cammina, si guarda il telefono, si stringono le spalle al cappotto e si spera. Eppure in quel metro tra il portone e la strada si giocano responsabilità, abitudini di quartiere, piccole negligenze. L’inverno non è solo un fatto meteorologico, è una prova di convivenza. **La prudenza resta la prima assicurazione.** E no, non significa darsi la colpa addosso: significa che ognuno ha una parte — Comune, condominio, singoli — e che il mosaico funziona solo se i pezzi combaciano. Oggi sei tu a scivolare, domani tocca al vicino con il passeggino. Scalda più un gesto fatto bene che un cartello messo male. E una foto scattata al momento giusto può cambiare un verdetto.
| Punto chiave | Dettaglio | Interesse per il lettore |
|---|---|---|
| Chi è il custode | Comune per i marciapiedi pubblici; condominio per le parti comuni e per rischi da sue cose | Capire a chi chiedere il risarcimento senza perdere tempo |
| Prova e caso fortuito | Foto, testimoni, referti; il custode si libera solo se dimostra evento imprevedibile/inevitabile | Aumentare le chance di ottenere un indennizzo |
| Concorso di colpa | Pericolo evidente e condotta imprudente riducono l’importo ex art. 1227 c.c. | Evitare errori che costano soldi e tempo |
FAQ :
- Se cado sul ghiaccio davanti al portone, paga sempre il condominio?No. Se il marciapiede è pubblico, il custode è il Comune. Il condominio risponde se il ghiaccio deriva da una sua causa (grondaia rotta, scarico difettoso) o se la caduta avviene in area condominiale.
- Come dimostro che la lastra era “colpa” del condominio?Fotografa la fonte del ghiaccio (colature dal tetto, tubi), il punto della caduta e raccogli testimoni. Chiedi all’amministratore interventi e segnalazioni pregresse: spesso parlano i verbali.
- E se il Comune dice che ha nevicato ovunque?Può invocare il caso fortuito solo se prova l’impossibilità di interventi mirati in tempi ragionevoli e l’esistenza di un piano neve. Tu porta foto, orari, eventuali zone vicine già trattate.
- Scarpe inadatte, camminata distratta: rischio di perdere la causa?Può scattare il concorso di colpa. Se il pericolo era evidente e la tua condotta imprudente, il risarcimento si riduce. Non è un “tutto o nulla”, ma pesa.
- Serve un avvocato e quali sono i tempi?Per danni da caduta in condominio la mediazione è spesso obbligatoria; contro il Comune si parte da una richiesta scritta. La prescrizione è di cinque anni. Valuta un legale se ci sono lesioni serie o contestazioni forti.









